
Buon divertimento
Lou
Lui, Jack T. Meker, si trovava lì. Piedi sulla scrivania, sguardo assente, lanciava con dei movimenti lenti e misurati, delle carte da gioco dentro una fedora, posta di fronte a lui, su un logoro divanetto. Era un uomo brizzolato sulla quarantina. Vestiva un gessato scuro che slanciava ulteriormente la sua figura, alta anche se non più snella come negli anni in cui militava come cestista nella squadra del college.
Inedia ed Accidia erano i due amici che, assieme a Nipper, facevano parte della vita di Jack. Pessima l’idea di aprire una agenzia investigativa. Nefasta quella di indagare sulle scappatelle del sindaco Bucksmoore, su commissione della moglie. Nel giro di una settimana, Jack si è ritrovato col sedere a terra. Il sindaco, scoperto il fastidioso pedinatore, non faticò molto nell’assoldare un valido picchiatore che rese il naso di Jack della stessa consistenza di un omogeneizzato per bambini. Solo grazie ad un eccellente chirurgo ed ad un amico nella polizia, Jack non perse naso e licenza. Ma oramai non importava più niente, visto che erano passati mesi dal momento in cui aveva ricevuto l’ultimo incarico.
Un rumore destò l’attenzione dell’investigatore. Qualcuno era entrato nell’atrio. Anche Nipper notò il rumore ed alzò il muso, annusando l’aria. La porta si aprì cigolando e sull’uscio comparve la figura, seminascosta dall’oscurità, di una donna…
3 commenti:
Come già letto&detto in precedenza, complimenti a Lou... bravissimo davvero! Accolgo istantaneamente l'offerta e a breve contribuirò!
Baci e buon weekend,
MarissaC.
P.S.: Michè non cancellà sennò anche i restanti capelli fanno una brutta fine, hihihi!
Il corpo in controluce della donna disegnava una silhouette netta che appariva su uno sfondo di luce e fumo.
Un cappello a tesa larga che pendeva sul lato sinistro di un viso snello e puntuto risaltava il lungo collo.
Dalle spalline a palloncino dell'abito nero partivano magre braccia incrociate sul ventre.
Una vita stretta avvolta da una gonna disegnava le forme di quella misteriosa donna comparsa
dalla luce calda e debole di un lampioncino da corridoio e da un fumo simile alla caligo delle pianure padovane.
Era come una statua che si trovava lì da sempre. Sussurò un frase che fermo per un istante l'universo. "Sono in pericolo".
Norden
Eheh, il buon Lou...
Sapevo che ti sarebbe venuta un'idea del genere.
(E, Marissac, non ho paura del tuo rasoio)... eheh
Un appunto a Norden: il continuo devi postarlo, non commentarlo...sennò la storia non si capisce...
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