
Ora o mai più, come si dice spesso.
Ci sono uomini (esseri umani, intendo) che optano in maniera più frequente a scegliere "ora", e altri che invece propendono per il "mai più". Questione di carattere, di comportamenti psicologici, e altre varie cazzate che non mi metto qui ad analizzare.
Quante volte - tale è la questione - Chuck si è trovato a doverla pensare, questa frase. Quante volte dovrà farlo ancora. La sua vita è divisa in due macroaree: in una di esse Chuck sembra essere disinvolto, sorridente, coraggioso. Affronta e combatte fino in fondo, senza mai abbassare la guardia, né la testa, i propri nemici. Senza mai voltarsi indietro. Sembra, anzi, è sicuro e deciso a non fermarsi davanti agli ostacoli. Consiglia a chi gli sta accanto di non mollare, di guardare attraverso le bufere provando a trascinarsi innanzi per la propria strada. Anche se fa freddo, anche se fa male. Tanti "ora" e pochi "mai più", questa la sua tesi. E non c'è verso per convincerlo del contrario: a lui piace scrivere e questa sarà la sua strada, che lo porti in alto o a fondo non importa.
Ah, a proposito: Chuck crede nei sogni. Ci crede ciecamente, in entrambe le macroaree della propria esistenza.
Chuck Bartowski era anche un bravo ragazzo, credetemi. A cambiarlo fu l'altra sponda del suo piccolo fiume. Da quell'altra parte, infatti, non se la passava granché bene. Colpa, forse, della sua timidezza intrinseca che non è mai riuscito a sopraffare, a uccidere. Dovrebbe colpirla senza pietà a quella stronza, ma non lo fa mai. Chuck non è mai riuscito ad amare una ragazza. Nel senso che si ritrovava sempre a dover fare il ragazzo di qualcuna per altri interessi che non mi metto qui a spiegare perché si tratta di fisiologia e siamo tutti grandi per poterla capire. Tutte le altre che ha segretamente amato le sono passate di fianco senza neanche salutarlo. Ma i problemi erano quasi tutti suoi, non loro. Non c'è mai stato un "ora", solo "mai più", dal lato più buio del fiume. Anche se a volte pure loro ci mettevano del proprio, come a far girare ferocemente quel coltello tuttora immerso nella sua piaga. Che fa male, fino a far gridare e piangere, a volte.
Chuck si chiede se un giorno tutto questo possa finire, se un giorno possa arrivare una persona (vuole ben sperare che sia una donna) che gli sfili il coltello dal petto e lo getti via. Magari nel fiume.
Ma, ripeto, Chuck crede nei sogni.
E' proprio questo che lo fotte.
Ed è proprio questo che lo ucciderà, un giorno.
Ci sono uomini (esseri umani, intendo) che optano in maniera più frequente a scegliere "ora", e altri che invece propendono per il "mai più". Questione di carattere, di comportamenti psicologici, e altre varie cazzate che non mi metto qui ad analizzare.
Quante volte - tale è la questione - Chuck si è trovato a doverla pensare, questa frase. Quante volte dovrà farlo ancora. La sua vita è divisa in due macroaree: in una di esse Chuck sembra essere disinvolto, sorridente, coraggioso. Affronta e combatte fino in fondo, senza mai abbassare la guardia, né la testa, i propri nemici. Senza mai voltarsi indietro. Sembra, anzi, è sicuro e deciso a non fermarsi davanti agli ostacoli. Consiglia a chi gli sta accanto di non mollare, di guardare attraverso le bufere provando a trascinarsi innanzi per la propria strada. Anche se fa freddo, anche se fa male. Tanti "ora" e pochi "mai più", questa la sua tesi. E non c'è verso per convincerlo del contrario: a lui piace scrivere e questa sarà la sua strada, che lo porti in alto o a fondo non importa.
Ah, a proposito: Chuck crede nei sogni. Ci crede ciecamente, in entrambe le macroaree della propria esistenza.
Chuck Bartowski era anche un bravo ragazzo, credetemi. A cambiarlo fu l'altra sponda del suo piccolo fiume. Da quell'altra parte, infatti, non se la passava granché bene. Colpa, forse, della sua timidezza intrinseca che non è mai riuscito a sopraffare, a uccidere. Dovrebbe colpirla senza pietà a quella stronza, ma non lo fa mai. Chuck non è mai riuscito ad amare una ragazza. Nel senso che si ritrovava sempre a dover fare il ragazzo di qualcuna per altri interessi che non mi metto qui a spiegare perché si tratta di fisiologia e siamo tutti grandi per poterla capire. Tutte le altre che ha segretamente amato le sono passate di fianco senza neanche salutarlo. Ma i problemi erano quasi tutti suoi, non loro. Non c'è mai stato un "ora", solo "mai più", dal lato più buio del fiume. Anche se a volte pure loro ci mettevano del proprio, come a far girare ferocemente quel coltello tuttora immerso nella sua piaga. Che fa male, fino a far gridare e piangere, a volte.
Chuck si chiede se un giorno tutto questo possa finire, se un giorno possa arrivare una persona (vuole ben sperare che sia una donna) che gli sfili il coltello dal petto e lo getti via. Magari nel fiume.
Ma, ripeto, Chuck crede nei sogni.
E' proprio questo che lo fotte.
Ed è proprio questo che lo ucciderà, un giorno.
Chuck Bartowski
8 commenti:
Chuck... ti capisco benissimo, sei un sognatore, un romantico e un idealista... Devi stare attento a questo mondo che, come dice il buon Lou, è fatto solo di monnezza. Anzi dobbiamo starci attenti perché, da quel che leggo, siamo molto simili... Spero che quella persona (preferibilmente donna) arrivi presto e che getti via quel coltello per sempre...
MarissaC.
Chuck Bartowski ha perso le speranze, mia cara MarissaC.
E diffiderebbe anche della principessa azzurra, se mai esistesse...
Non bisogna mai perdere la speranza. Mai. Al costo di tramutarmi in Bud Spencer te lo farò capire, Chuck. ;P
Nooo Chuck... concordo in pieno con Lou... MAIII perdere la speranza... Anche perché che ne sai? Quando meno te lo aspetti, ti arriva Cenerentola... Non scherzo... Ricorda che al mondo tutto è possibile... persino l'impossibile! Non smettere mai di credere/sognare...
MarissaC.
chuck...sul commento del nuovo sondaggio ti ho chiesto se sapevi chi era nastienka....beh...è la cooprotagonsta nel...per me...più bel romanzo che abbia mai letto...anche se più che romanzo è una semplicissima storia...Le notti bianche...di Dovstojevskij...non so se l'ho scritto bene...cmq il protagonista è un sognatore...o nel mio caso una sognatrice dovrei dire...se non l'hai letto fallo...perchè lui è un po' come me...e credo come te...almeno per quello che ho potuto capire! A volte però noi sognatori dovremmo aprire le porte alla realtà...e cercare di viverla di più...magari alla fine ci riusciremo anche! senza perdere la dimensione del sogno però...io senza non potrei vivere.
Alessandra...
già che ci sono aggiungo un commento al mio commento...per quanto riguarda la teoria del principe/principessa azzurro/rosa...io una mia teoria ce l'ho! Non è che non esiste...il mio almeno...ha avuto un incidente di percorso...è stato disarcionato dal cavallo bianco...s'è messo in cammino attraverso il bosco e zorro gli ha rotto il fantastico vestito...è andato da Shrek e s'è fatto dare due cenci da mettere addosso...poi camminando ha incontrato i sette nani che se lo sono portato a casa per pranzo...ha visto biancaneve e ci si sta a fa le storie...ma prima o poi arriva...O NO????
Mi fa piacere non essere sola, mi sentivo un'aliena dal cuore duro incapace di amare! Io il principe pure di un celestino sbiadito a questo punto...no, mai accontentarsi, capito Chuck?! Però per noi donne è diverso...a proposito di Principe azzurro:
Ecco la fiaba per le femminucce
C'era una volta
una ragazza che domandò ad un ragazzo se voleva sposarsi con lei.
Il ragazzo le rispose
"NO!"
Da quel giorno, la ragazza visse felice per sempre, senza lavare, né cucinare, né stirare per nessuno, uscendo con le sue amiche e facendo l'amore con chi voleva, lavorando e spendendo i suoi soldi come voleva.
** FINE **
Il problema è che fin da quando eravamo piccoline, nessuno ci ha mai raccontato questa fiaba.
Invece ci hanno fottuto ben bene con questo c a z z o di principe azzurro!!!
applauso! ci vuole l'applauso....ma che azzurro...basta che arriva chi cazzo se ne frega del vestito...e poi...vabbè non lo dico...cioè voglio di...e sotto il vestito??? ahhahah...ok basta! cmq se arriva uno col vestito sbiadito...è il tou e te lo mando a casa...va bene sopra a un mulo?
Posta un commento