martedì 18 dicembre 2007

PRINCIPE DEL BAROCCO


Mi presento…mi chiamo oboe di nome e di cognome! Se preferite Houtbois, perché la mia origine contemporanea è francese, ma in realtà già Cleopatra conobbe i miei antenati. Porgo il mio saluto alla fisarmonica di nonn’ Antonio, nobile strumento anche lui, che come me, a dispetto della sua storia e delle sue reali potenzialità, viene spesso considerato agricolo. Non vi è offesa nell’agricolo, ma per quanto mi riguarda, avendo allietato miriade di corti, preferirei essere definito pastorale se proprio in ambito bucolico voi mi volete collocare. Mi confondete tutti con fagotti, corni e clarinetti, ma, ahimè, anch’io l’ho avuto il mio momento di gloria. Nel ‘700, epoca del belletto, io la facevo da padrone! Chiedete a Vivaldi, Mozart, Bach, Albinoni e quant’altri…nella musica da camera non temo rivali…e mi accompagno bene con viole, violini e pianoforti. Ricorda però io son permaloso, se mi tratti bene posso darti grandissime soddisfazioni, ma se mi maltratti, al grido di vendetta ti farò sfigurare. Eh si, perché io son piccolo, ma per suonarmi devi metter aria in gran quantità nei tuoi polmoni…e le tue labbra io renderò sode e morbide, più di quanto possa fare il miglior chirurgo plastico del mondo…strana gente voi contemporanei! E per favore non sono un flauto....delicato si, ma basta un fil di fiato per suonarlo…provate a metterlo fuori dalla finestra e l’aria lo suonerà per voi…mettete me fuori dalla finestra…e io morirò! Il mio legno, il delicato e spesso ebano, si creperà tutto e io non avrò più voce per cantare. Vi ho già detto del mio successo, ero principe io al tempo del barocco! Oggi son pochi quelli che vengono a cercarmi, ma se mi trovano di me s’innamorano. Sono come una donna bella e remissiva, ma se mi scaldo ti riempio il cuore. Con il romanticismo e il bel canto non son sparito, pur se nell’orchestra occupo un posticino….ma anche da lì mi puoi sentire…perché gli intermezzi li faccio io…con i miei cugini: flauti fagotti e clarinetti. E pensate chi mi suona porta sempre canne con sé e una ce l’ha sempre in bocca…perché io si che posso vantarmi di esser strumento personale, le ancie i miei padroni le fanno per me…con le canne appunto…e a seconda di come loro le lavorano io posso esser dolce, leggero e cupo! Or vi saluto…c’è una pazza qui che ha deciso che è l’ora di studiare…un bacio a tutti e se vi capita non disdegnate di ascoltare!

Nastienka

P.S volevo caricare un file audio....ma come cazzo si fa????

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il folk agricolo, stanco di dover usare due nomi per definirsi, si trasformò, in una roboante emissione di gas animali, in Bifolk. ;P

scusatemi...