lunedì 25 agosto 2008

Il nuovo Nietzsche e L'Aquila



E' partita dall'Aquila la proposta di rilettura del pensiero filosofico di Friedrich Wilhelm Nietzsche. Si è tenuta ieri, infatti, una messa alla sua memoria officiata a S.Bernardino da padre Quirino Salomone, uno dei maggiori studiosi di Papa Celestino V. Il frate francescano ha raccolto l'invito di Arturo Conte, docente universitario oggi in pensione e profondo conoscitore del filosofo tedesco.

C'è stato un tempo in cui non ci si poteva riferire al pensiero di Nietzsche senza subire tutte le negative conseguenze di un pregiudizio consolidato.

Il professor Conte, già direttore del Centro di igiene mentale, contesta fermamente l'opinione che Nietzsche sia da considerare l'anticristo dei tempi moderni. «Il filosofo denuncia la chiesa secolare e colonialista», spiega Conte, «proprio come Gesù aveva contestato il sinedrio e le aspettative "imperial-messianiche" che accompagnarono la sua venuta. Alla base di tutto», aggiunge, «c'è la confusione fra il "Cristo evangelico" e il "messia biblico". Il "messia" sta su un trono ed è osannato dalla sua gente, il "Cristo", invece è quello dei poveri, degli ultimi».

L'idea dell'anticristo venne a Nietzsche proprio a causa di questa equazione ricorrente (Cristo uguale messia) che domina le pratiche religiose. «I conquistatori hano scambiato la spada con la croce», prosegue Conte, «e sugli scudi dei crociati è stampigliata una croce a forma di spada». Una prospettiva del tutto simile si intuisce quando si parla dell'atteggiamento del prossimo. Nietzsche parlava dell'amore del remoto e del futuro come più elevato dell'amore del prossimo, con il suo messaggio si può intuire un'apertura nei confronti di tutto quello che è "straniero". La condanna per alcune posizioni della chiesa secolare, avvicina Nietzsche alla prospettiva di Celestino V che rinunciò alla tiara papale, dopo essere entrato a contatto con gli scandali della chiesa dell'epoca. Questo episodio è riproposto da Conte in analogia con un passaggio di Ecce Homo in cui Nietzsche racconta il suo personale desiderio di evadere da Roma, per andare all'Aquila: «...mi dava noia oltre misura questo luogo, il più indecoroso della terra per il poeta dello Zarathustra e che non avevo scelto liberamente: volevo andare all’Aquila, l’antitesi di Roma, simile al luogo che fonderò un giorno, un ricordo di un ateo e di un anticlericale comme il faut, di uno degli esseri a me più affini, il grande imperatore degli Hohenstaufen Federico II».

La notizia è stata ripresa anche dal quotidiano La Repubblica.


cinema900

Nessun commento: