venerdì 29 agosto 2008

THE KING'S DREAM



IL DISCORSO DI OBAMA ALLA CONVENTION DI DENVER

Cambiare l'America. Otto anni sono abbastanza: ora è arrivato il momento di cambiare l'America e per questo mi candido alla presidenza degli Stati Uniti. Accetto con profonda gratitudine e grande umiltà la nomination. Questa sera dico agli americani, ai democratici, ai repubblicani, agli indipendenti di tutto questo grande paese, ne abbiamo avuto abbastanza: questo è il momento, la nostra possibilità per mantenere viva nel 21esimo secolo la promessa americana. Siamo un paese migliore di quello degli ultimi otto anni. Siamo un paese migliore di questo.

La promessa americana. E' quella che afferma che ognuno di noi ha la libertà di fare della propria vita ciò che desidera, ma che ha anche l'obbligo di trattare gli altri con dignità e rispetto. E' la promessa che afferma che il mercato dovrebbe ricompensare la determinazione e l'innovazione per generare ricchezza, creare lavori per gli americani, preoccuparsi per i lavoratori americani e giocare secondo le regole.

John McCain. McCain è tutto tranne che indipendente. Dice che la nostra economia ha fatto grossi progressi con George Bush. Dice che i fondamentali dell'economia sono solidi. E quando uno dei suoi consiglieri ha parlato delle preoccupazioni degli americani l'ha fatto chiamandoli una nazione di frignoni e ha detto che il vero problema è la recessione mentale di chi la abita e non la crisi che gli Stati Uniti stanno attraversando.

Una nazione di frignoni? Andatelo a dire ai lavoratori dello stabilimento del Michigan che, pur avendo scoperto che la fabbrica avrebbe chiuso, hanno continuato ad andare al lavoro perché sapevano di essere le persone su cui la gente contava. Andatelo a dire alle famiglie dei nostri soldati, che si sono fatti tre turni in Iraq. Non sono frignoni, sono l'America che conosco. Non credo che il senatore McCain non si preoccupi di cosa succede nelle vite degli americani. Solo, non lo sa.

Candidato atipico. Mi rendo conto che non sono il candidato più naturale: non ho il pedigree tipico, non ho passato la carriera nei saloni di Washington. Ma sono qui davanti a voi perché in tutta l'America qualcosa si sta muovendo. E' lo spirito americano, la promessa americana, che ci spinge avanti nonostante le nostre differenze.

Comandante in capo. Come comandante in capo, non esiterò mai a difendere questa nazione, ma invierò truppe con una missione chiara e un impegno sacro per dare loro l'equipaggiamento di cui hanno bisogno in battaglia e l'attenzione e i benefici che meritano al ritorno in patria. Metterò fine in modo responsabile questa guerra in Iraq, e terminerò la battaglia contro i Taliban in Afghanistan. Ricostruirò le nostre forze militari perché siano in grado di affrontare le sfide del futuro, ma rinnoverò anche la dura, diretta diplomazia che può prevenire che l'Iran ottenga armi nucleari.

Quando McCain diceva che dovevamo solo tirare avanti in Afghanistan, io mi battevo per maggiori forze e risorse per completare la lotta contro i terroristi che veramente ci hanno attaccato l'11 settembre, ed oggi John McCain rimane solo nel suo testardo rifiuto di mettere fine ad una guerra sbagliata.

Osama Bin Laden. John McCain ama dire che darebbe la caccia a Bin Laden fino alle porte dell'inferno, ma non è pronto ad inseguirlo nelle caverne dove si nasconde.

Le sfide del futuro. Abbiamo bisogno di un presidente che sappia fronteggiare le minacce del futuro non rimuginare le idee del passato. Non si sconfigge il terrorismo che opera in 80 paesi occupando l'Iraq. Non si protegge Israele e contiene Teheran solo usando toni duri a Washington. Non si può veramente stare al fianco della Georgia se abbiamo creato tensioni con i nostri più vecchi alleati.

Petrolio. Per il bene della nostra economia, della nostra sicurezza e del futuro della nostro pianeta come presidente indicherò un chiaro obiettivo: in dieci anni finalmente porremo un termine alla nostra dipendenza dal petrolio del Medioriente. A Washington sono 30 anni che se ne parla e McCain è là da 26.

Econonia, scuola, sanità. Se diventerò presidente, a differenza di John McCain, non ridurrò le tasse alle aziende che spediscono il lavoro all'estero, ma a quelle che creano buoni lavori qui in America. Ridurrò le tasse per il 95 per cento di tutte le famiglie che lavorano, perché in un'economia come questa l'ultima cosa da fare è alzare le tasse per la classe media.

Sfrutterò le nostre risorse di gas naturale, investirò in tecnologie pulite, troverò in modo per mettere sotto controllo in modo sicuro il nucleare. Investirò 150 miliardi nei prossimi dieci anni per forme di energia rinnovabile accessibili.

E' giunto il momento di assolvere l'obbligo morale di fornire ad ogni bambino un'istruzione di livello mondiale, perché non ne potrà fare a meno per competere in una economia globale.

E' giunto il momento di mantenere la promessa di una sanità accessibile per ogni singolo americano. Per chi ha una copertura sanitaria, diminuirò il premio. Per chi non ce l'ha farò in modo che abbia la stessa assistenza che ricevono i membri del Congresso. E farò sì che le compagnie assicuratrici smettano di discriminare nei confronti di chi è malato e ha più bisogno di cure.

(29 agosto 2008)

giovedì 28 agosto 2008

NO TITLE


Il giornalismo è il luogo ove uno passa la vita a parlare di cose che ignora e a tacere le cose che sa.
K. Kraus (
nasce il 28 aprile 1874 a Gitschin, in Bohemia, città oggi appartenente alla Repubblica Ceca. Scrittore, giornalista, saggista e poeta è generalmente noto come uno dei principali satirici di lingua tedesca del XX secolo.)

martedì 26 agosto 2008

Milano e oltre...


Bellezze a San Siro


Tribuna stampa San Siro


Duomo di Milano


Fontana Castello Sforzesco


Parco Sempione

Corso Buenos Aires

Corso di Porta Romana

Immagini della città, emozioni che si vivono, e chissà cosa mi aspetterà a settembre...

Ciao a tutti

Russo81 (Milano a tutta!)



lunedì 25 agosto 2008

TI SGASI?



belin900

Il nuovo Nietzsche e L'Aquila



E' partita dall'Aquila la proposta di rilettura del pensiero filosofico di Friedrich Wilhelm Nietzsche. Si è tenuta ieri, infatti, una messa alla sua memoria officiata a S.Bernardino da padre Quirino Salomone, uno dei maggiori studiosi di Papa Celestino V. Il frate francescano ha raccolto l'invito di Arturo Conte, docente universitario oggi in pensione e profondo conoscitore del filosofo tedesco.

C'è stato un tempo in cui non ci si poteva riferire al pensiero di Nietzsche senza subire tutte le negative conseguenze di un pregiudizio consolidato.

Il professor Conte, già direttore del Centro di igiene mentale, contesta fermamente l'opinione che Nietzsche sia da considerare l'anticristo dei tempi moderni. «Il filosofo denuncia la chiesa secolare e colonialista», spiega Conte, «proprio come Gesù aveva contestato il sinedrio e le aspettative "imperial-messianiche" che accompagnarono la sua venuta. Alla base di tutto», aggiunge, «c'è la confusione fra il "Cristo evangelico" e il "messia biblico". Il "messia" sta su un trono ed è osannato dalla sua gente, il "Cristo", invece è quello dei poveri, degli ultimi».

L'idea dell'anticristo venne a Nietzsche proprio a causa di questa equazione ricorrente (Cristo uguale messia) che domina le pratiche religiose. «I conquistatori hano scambiato la spada con la croce», prosegue Conte, «e sugli scudi dei crociati è stampigliata una croce a forma di spada». Una prospettiva del tutto simile si intuisce quando si parla dell'atteggiamento del prossimo. Nietzsche parlava dell'amore del remoto e del futuro come più elevato dell'amore del prossimo, con il suo messaggio si può intuire un'apertura nei confronti di tutto quello che è "straniero". La condanna per alcune posizioni della chiesa secolare, avvicina Nietzsche alla prospettiva di Celestino V che rinunciò alla tiara papale, dopo essere entrato a contatto con gli scandali della chiesa dell'epoca. Questo episodio è riproposto da Conte in analogia con un passaggio di Ecce Homo in cui Nietzsche racconta il suo personale desiderio di evadere da Roma, per andare all'Aquila: «...mi dava noia oltre misura questo luogo, il più indecoroso della terra per il poeta dello Zarathustra e che non avevo scelto liberamente: volevo andare all’Aquila, l’antitesi di Roma, simile al luogo che fonderò un giorno, un ricordo di un ateo e di un anticlericale comme il faut, di uno degli esseri a me più affini, il grande imperatore degli Hohenstaufen Federico II».

La notizia è stata ripresa anche dal quotidiano La Repubblica.


cinema900

ESISTONO STORIE CHE NON ESISTONO

sabato 23 agosto 2008

FACHIN IN LOVE FOR SAMP


In tribuna stampa durante la partita amichevole Sampdoria vs Al Shabab


Cassano amoreggia, prima della fine della partita, con la sua fidanzata Carolina Marcialis



Una scalinata rossoblu davanti l'ingresso dello stadio.


Un ultrà Doriano



La curva della Samp si riempie.

Samp900

martedì 5 agosto 2008

STAZIONE/VITA

Dedicato a tutti gli stagisti fuori sede.

binario900

venerdì 1 agosto 2008

RENZO PIANO A GENOVA

RENZO PIANO COME NON LO AVETE MAI VISTO PRIMA IN UN'INTERVISTA SPECIALE DURANTE L'INAUGURAZIONE DELLO URBAN LAB.


architettura900

GRILLO 1 - LIBERTA' DI STAMPA 0

Oggi il senato vara con un voto di fiducia una manovra economica e triennale che taglia i contributi per l'editoria cooperativa e politica. A repentaglio la vita dei giornali non profit e il pluralismo dell'informazione, per la gioia dei monopoli.
Il 25 aprile 2008, con un feroce attacco alla stampa, Beppe Grillo, durante il V-Day, chiede a gran voce la cancellazione dei contributi pubblici all'editoria, che la rende dipendente dalla politica.

GOVERNO & GRILLO 1 - LIBERTA' DI STAMPA 0

GRAZIE

solidarietàmercantile900